Vittorio Feltri lancia un duro monito contro il riarmo europeo e invita la premier Giorgia Meloni ad abbassare i toni.
Dopo l’intervento sulla triste verità dietro le dipendenze da stupefacenti dei giovani, Vittorio Feltri è tornato a farsi sentire da Il Giornale, spostando la sua attenzione su un tema altrettanto delicato e attuale: il riarmo dell’Europa. Con il suo stile diretto e senza mezzi termini, il giornalista mette in discussione non solo la logica di questa scelta politica, ma rivolge un chiaro monito alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Vittorio Feltri contro il riarmo europeo
Nel suo editoriale, come riportato da Il Giornale, Vittorio Feltri esprime forte perplessità di fronte al crescente dibattito sul riarmo in Europa. “Ogni tanto arrivano notizie sbalorditive“, scrive il giornalista, denunciando il fatto che “molti giornali si occupano di una cosa che ci fa venire i brividi e cioè l’Europa si riarma“. La sua domanda è diretta: “L’Europa perché si deve riarmare? Per combattere contro chi? Qual è il nemico dell’Europa? Non esiste“.
Inoltre, sottolinea l’assurdità di una tale prospettiva, ritenendo infondate le giustificazioni di una nuova corsa agli armamenti. “Eppure vedete un pò l’Europa si vuole riarmare. Per battere chi? Certo non Israele, non certo quelli di Gaza e nemmeno l’Iran, non certo la Russia“.
L’appello a Giorgia Meloni con una deriva militarista
Il punto centrale dell’intervento di Vittorio Feltri è l’appello rivolto a Giorgia Meloni, chiamata a non seguire una deriva militarista. “Trovo che sia assurdo e invito anche la Meloni ad abbassare i toni e a comandare al nostro Parlamento di non fare stupidate“.
Secondo il giornalista, il riarmo non solo è inutile, ma anche pericoloso: “Già stiamo male come stiamo, poi ci manca solo di fare una guerra e ci sistemiamo per il resto della vita“. La sua proposta è chiara e netta: “Nessun riarmo, l’Europa stia così ferma, tranquilla, se deve intervenire per aiutare qualcuno si fa ma in termini umanitari e non in termini bellici“. Infine, un ultimo invito, tanto semplice quanto forte: “Smettiamola anche di parlare di guerra che non n’è abbiamo nessun bisogno“.